giovedì 19 agosto 2010

RAINBOWS END (Vernon Vinge, 2007)


Il primo libro di Vinge che leggo, pur avendo da tempo "Universo Incostante" nella mia libreria. Intanto è davvero un libro di fantascienza anni 2000 che prende spunto dalla nostra realtà virtuale, senza andare a finire nel cyberspazio, ma "accanto a noi". Non è di facile lettura. O meglio, entrare nel mondo ( di questo romanzo) già ben concepito da Vinge così, tutto ad un tratto, richiede concentrazione, anche nei particolari e una dicreta conoscenza informatica (se non altro per contestare le sue innovazioni tecnologiche) per non perdere di vista la miriade di personaggi coinvolti. E' vero, non di tutti si capiscono le motivazioni che spingono ad un guazzabuglio di reazioni e di guerre virtuali colossali, ma in qualche modo Vinge riesce a non farti mollare la presa, a voler andare avanti per sapere come va a finire e questo forse proprio per curiosità innovativa, ma penso anche, e principalmente, per i personaggi. In questo libro, l'Alhzeimer è stato sconfitto e anche la vecchiaia in generale. Il personaggio principale, Robert Gu senior, è sicuramente il più riuscito. Seguono Juan, Miri, il Coniglio, Lena, Sherif e Bob Gu. E se i personaggi funzionano e rimangono nel nostro immaginario, vuol dire che l'autore ha fatto centro.
Ovviamente ora c'è molta curiosità per le altre sue opere, ma mi accontenterò di leggere altro per poi ritornarci un'altra volta.
Ah, non so se sono io che sono "indietro", ma negli altri libri di fantascienza il futuro ce lo immaginiamo con una tecnologia sviluppata in un ramo piuttosto che in un altro; invece no, forse ha ragione Vince: Google e tutto il resto sarà il nostro futuro immediato, prevedibile. Non dobbiamo andare mai tanto lontano, non troppo almeno.

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